Una mostra personale che contiene due motivazioni confluenti nella personalità di Mimmo Sarchiapone come lo scorrere di sensazioni che diventano stimolo di creatività e pausa di una memoria, da cui non si allontanerà, anche se il tempo, nel trascorrere, lascia l’attenuarsi di una lontananza indelebile, trasformandosi in raccoglimento di stimoli inesausti.
In ogni opera esposta si avverte una tensione di soluzioni formali e di contenuti, un impegno che non si esaurisce, rivolto ad un malessere d’inquietudine a cui non potrà mai sottrarsi, ed in simile condizione l’emotività s’accresce delle immagini provenienti dalla realtà della sua esistenza. Anche in questa occasione Mimmo Sarchiapone ha preso contatto con il tessuto di una città, percorrendo gli aspetti che grondano passato ed umori di esistenze popolane; antichi scorci urbani per entrare nel fondo di culture che hanno germinate le spinte della civiltà, e nel bene e nel male, hanno portato l’uomo lungo un itinerario di sofferenze e di entusiasmi per conquistare una società di tolleranza e di generosità. Una mostra di acqueforti, di acquetinte, di incisioni stampate direttamente a colori con “lastra unica”; queste ultime si debbono sottolineare e considerare una riuscita ricerca tecnica di Mimmo Sarchiapone, una esperienza che l’ha impegnato a fondo, richiedendogli elaborazioni senza risparmio di tempo e di perseveranza. Che possa considerarsi una pausa di confronti, con se stesso e con quanti s’interessano di grafica, e intuibile. Mimmo Sarchiapone ha in se il demone della creativita, che lo sospinge ad esperimentare nuovi mezzi volendo arrivare fino in fondo, consapevole che solo cosi riuscira a rivolgersi, con altrettanta carica di ricerca, verso altre tecniche, che lo porteranno sempre alla elezione dei colori, l’elemento eccelso della sublimità dell’arte, da cui riceve l’esaltazione nella incredibile elaborazione delle lastre uniche per stampe a colori dopo una lunga e felice esperienza di opere ad olio.
Bologna 29 Gennaio 1985 (Presentazione in Catalogo Mostra Galleria Arte “L’Incontro”, Bologna 1985)