Non e d’obbligo che la pittura sia sempre il risultato di una problematica complessa e tormentata.
Il pittore può anche trovare gioia nel descrivere serenamente il mondo circostante, intravedendo nella “natura” più le armonie che le tensioni e le contraddizioni.
Mimmo Sarchiapone si muove nell’ambito di questa poetica. Egli attinge a piene mani dal quotidiano, coglie situazioni e immagini delineandole prima col “segno” e poi inondandole di colori, preferendo scene popolari e rurali, quasi a ricordo o a omaggio di quella cultura contadina e abruzzese che deve essergli rimasta nel sangue da chissà quale lontana origine. In quelle superfici graficamente circoscritte solo dopo Sarchiapone colloca con notevole bravura i suoi colori sgargianti e luminosi, non offuscati da ombre intellettualistiche, in funzione di una resa pittorica che inviti alla contemplazione serena e calda del mondo.
Il tono e intimistico, gli uomini o le donne o gli animali escono dalla memoria commossa che seguita farli vibrare, vivi “dentro”, prima di trovare conclusione sul foglio, prevale l’istinto, l’emozione immediata che coglie le luci in superficie, piega le figure dentro volumi teneri e festosi, obliando volutamente gli aspetti più crudi e amari del vivere. Ne esce quadro esaltante le piccole felicita, il gusto di esistere, di toccare con gli occhi terra e ciclo.
Solo cosi si spiega questa presenza frequentissima di un colore caldo e solenne che sul foglio fa da equilibrio ma anche da testimone e da speranza, quasi un residuo di antiche religiosità, il segno delle placate inquietudini. Talvolta un brivido di violenza deforma questi volumi in senso espressionistico, ma sono brividi rari e attenuati da una dominante calma interiore e che condiziona, sia sotto l’aspetto contenutistico che coloristico, questi dipinti.
La tavolozza e, per sua natura, garbata e sottile, accesa da tremori di autenticità e forse in futuro potrà anche arricchirsi di rabbie e di imprecazioni, intendo dire che l’attuale grazia potrà venarsi anche di polemica e di problemi, ma per ora questi dipinti raccolti e tranquilli sono gia il segno di una presenza vera e commossa. La sua sintesi nasce nella luce che illumina le parti graficamente scandite, condotte con mano sicura ed elegante.

(Dal Catalogo Mostra “Dalla memoria al segno”, Museo Usi e Costumi della gente di Romagna, Santarcangelo di Romagna 1999)